26 febbraio 2007

La Città Incantata.



Chihiro è una ragazzina di 10 anni, capricciosa e testarda convinta che l'intero universo debba sottostare ai suoi capricci.
Quando i suoi genitori, Akio e Yugo, le dicono che devono cambiare casa, la bambina va su tutte le furie e nn fa nulla per nascondere la sua rabbia.
Abbandonando per sempre la vecchia casa, Chihiro si aggrappa al ricordo dei suoi amici e di un mazzo di fiori, ultima tracce della sua vecchia vita.
Arrivati in fondo ad una misteriosa strada senza uscita, Chihiro ed i suoi genitori si trovano di fronte ad un imenso edificio rosso sulla cui facciata si apre una galleria senza fine che assomiglia ad una gigantesca bocca.
Con una certa riluttanza , Chihiro segue i genitori nel tunnel.
Il tunnel li conduce ad una città fantasma, dove li aspetta un suntuoso banchetto. Akio e Yugo si gettano famelici sul cibo e vengono trasformati in maiali sotto gli occhi della figlia.
Sono scivolati in un mondo abitato da antiche divinità e esseri magici , governata da una strega malvagia, l’arpia Yubaba.
Yubaba spiega a Chihiro che gli umani intrusi nel suo mondo, vengono trasformati in animali e successivamente mangiati. Coloro che riescono a sfuggire a questo tragico destino saranno condannati all’anientamento quando verrà dimostrato che nn servono a nulla.
Per fortuna di Chihiro, trova un alleato nell’enigmatico Haku. Per ritardare il più possibile il terribile giorno della resa dei conti e sopravvivere in un mondo strano di pericoli.
Tuttavia, Chihiro crescerà, lavorerà e avrà consapevolezza dei propri sentimenti; incontrerà il giovane Haku e insieme ad esso, (ri)troverà sia se stessa, sia la sua famiglia.
Miyazaki, questa volta, parte dallo schema classico della fiaba, proponendosi, in questo modo, con due piani di lettura, diversi per pubblico: da un lato, la storia, il disegno, i colori e la semplicità adottata per conquistare i più piccoli(target quasi escluso dai precedenti lavori, perlomeno nel nostro paese), dall’altro, con un simbolismo e una poetica eccezionale, si apre all’interpretazione di adolescenti e adulti.
Le metafore sono sottili, i tempi classici della poetica di Miyazaki sono espressi con tono più pacati di altre opere (sempre presente la sensibilità verso l’ecologia, ma certamente più velata che in Mononoke Hime) e il tutto segue un percorso tutt’altro che onirico(non possiamo confonderlo con l’ermetismo dell’Alice disneyniana), ma piuttosto introspettivo, auto cosciente, fantasioso come la mente di un bambino che cresce e che forse ha paura di conoscersi e scoprirsi.
Il regista ci racconta Chihiro con gli occhi di Chihiro, e, per farlo, usa il suo stile: un “grande stile” nipponico, ma non troppo, che, per come guarda verso occidente, ricorda un po’ Kurosawa.
Proprio come il grande regista cinematografico, anche Miyazaki prende in esame le grandi tematiche universali e le descrive con le tradizioni della sua terra natale (l’uso della mitologia orientale, l’ambientazione delle terme in stile classico, il simbolismo animale e l’assenza di gradi monologhi e i dialoghi contenuti), oltre allo “sbizzarrirsi” nel creare le figure dei personaggi più strambi (e con la scusa degli spettri, se ne vedono di tutti i colori!).La rappresentazione è superlativa: si abbandonano un po’ i grandi paesaggi immensi, i cieli più che azzurri o gli orizzonti irraggiungibili, per una cura del particolare, a tratti quasi maniacale (da notare tutti i piccoli movimenti presenti, compresi quelli della maschera apparentemente impassibile dello spirito Senza Volto).
Colori formidabili, fotografia elegante e a tratti sublime (particolarmente significativa la scena del viaggio in treno), ma soprattutto, una fluidità di movimento impeccabile, mirabilmente unita a un tocco di CG.
Un attenzione particolare alle musiche di Joe Hisaishi, che con la loro perfezione, rendono il film ancor più sorprendente.
Purtroppo, però, come tutti i film di animazione, anche Spirited Away ha i suoi limiti, dovuti più che altro ai temi proposti, piuttosto classici: molti non sopportano il “buonismo” alla Miyazaki, per le tematiche pacifiste, ecologiste, e in effetti, anche in quest’opera, si rischia sempre di cadere nel sentimentalismo o comunque nel cliché “da fiaba”.

Il titolo originale è: Sen to Chihiro no Kamikakushi (ovvero: la sparizione di Sen e Chihiro) accreditato in America come Spirited Away e trasformato in Italia con “La Città Incantata”.
Il film è vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino e dell’Oscar come Miglior Film d’Animazione.
Un consiglio: da vedere fino alla fine dei titoli di coda per nn perdersi i meravigliosi disegni che li accompagnano!


2 commenti:

amicidipaolo ha detto...

Ciao a tutti,
un po' in ritardo rispetto alla pubblicazione del post del nostro comune amico ed artista, ma...
meglio tardi che mai :D

Bene bene, da dove cominciare...
Questa volta il post stesso non lascia adito ad alcuna ulteriore puntualizzazione grazie alla sua interezza e piena sinergia con quelli che sono i temi centrali del film. (bella Paul, un post con i focchi)...
E proprio su alcuni di questi temi, cari lettori, volevo soffermarmi quest'oggi.
Un aspetto che viene spesso sottolineato e riproposto nei film di miyazaki è la stupidità degli esseri umani, che con il loro comportamento a volte anche inconsapevolmente, turbano o rovinano degli equilibri altrimenti imperturbabili; siano essi "magici" come anche di "tacito assenso". (stupidi umani!!!)

Quello che spesso ci salva e credo ci distingua dalle altre creature è la forza d'animo, ma più di ogni altra cosa è l'amore (altro tema fondamentale) che ognuno di noi porta dentro; grazie al quale siamo portati a compiere azioni da titani od a spezzare riti ed incantesimi. L'amore è un elemento fondamentale per miyazaki (credo), sia quello inteso fra uomo e donna, ma anche come possiamo vedere in mononoke ed in nausicaa un amore incondizionato verso ogni forma di vita, come è giusto che sia e come d'altro canto noi ci attenderemmo.
In questo lungometraggio poi, possiamo intuire come il viaggio in treno sia in realtà un vero e proprio viaggio all'interno di ognuno di noi; una volta giunta a destinazione Chihiro, non solo ha raggiunto una maturazione che solo pochi luminari conoscono, ma ha anche piena padronanza dei propri sentimenti e delle proprie emozioni (di fatto salva se stessa, i genitori ed aku dalla perdizione)

Se ci accorgessimo tutti di cosa significa sul serio vivere in pace, in armonia, con... Amore, forse questo mondo sarebbe diverso, sarebbe un po' più... una FAVOLA.

Un applauso a BU, gigantesco bimbo in fasce figlio di yubaba, che quando trasformato in topastro corre dentro la ruota della filiera a casa di zeniba (gemella di yubaba) si ferma stremato tirando fuori la lingua e mi fa proprio pisciare dalle risate :D
ma sapete di cosa parlo, lo avete ben visto il film... NO???
mamma mia che errore, concedetevi queste due orette dietro a questo spettacolo perché vi assicuro che non è tempo perso ;)
sayonara amici lettori e ancora un plauso al curatore del blog, continua così Paul.

Megabonzo

Paolo ha detto...

Ivan un grandissimo GRAZIE! Ho un piacere immenso nel sapere che Persone come te Sanno ancora Sognare! Un altro GRAZIE per fare visita così spesso al mio Blog! Vorrei citarti una frase che ho sentito in un Anime: Senza Amore nn ci sara mai l'Onore!

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